Psicoterapia

La seduta dura generalmente un'ora. Questo è un tempo sufficiente per esplorare pensieri, emozioni, esperienze senza che la seduta diventi troppo faticosa e dispersiva. Il tempo limitato porta a concentrarsi su aspetti significativi senza dilungarsi eccessivamente. Il limite di tempo aiuta a dare struttura alla seduta, facilitando un lavoro più mirato. Un inizio, uno sviluppo e una chiusura, aiutano a mantenere un filo conduttore nel percorso.

La frequenza dipende dalle esigenze individuali. Solitamente si inizia con incontri settimanali, per garantire continuità ed efficacia al lavoro psicoterapeutico. Incontri troppo distanziati potrebbero rendere più difficile mantenere il filo del lavoro terapeutico. La frequenza settimanale permette di esplorare gradualmente i temi importanti senza perdere il ritmo del cambiamento. Dopo ogni seduta, il paziente ha tempo per riflettere e applicare nella vita quotidiana quanto emerso in terapia. Un periodo di una settimana consente di osservare progressi, difficoltà e nuove consapevolezze senza che passi troppo tempo tra un incontro e l’altro. Per chi sta affrontando momenti difficili, sapere di avere un appuntamento fisso aiuta a sentirsi accompagnati e sostenuti nel percorso di cambiamento. Nel tempo, con i progressi raggiunti, la frequenza può diminuire a una seduta ogni due settimane o anche mensile, fino alla conclusione del percorso.

Sì, la terapia può essere interrotta in qualsiasi momento, poiché è un percorso volontario e personale. Tuttavia, è importante affrontare la decisione con consapevolezza e, se possibile, parlarne con il terapeuta prima di interrompere le sedute. Se si smette bruscamente, si rischia di lasciare aperte alcune questioni importanti senza averle elaborate fino in fondo. Concludere la terapia in modo graduale aiuta a consolidare i progressi e a prepararsi alla gestione autonoma delle proprie difficoltà. Se il motivo è il sentirsi meglio, può essere utile discuterne con il terapeuta per valutare se il percorso è effettivamente concluso. Se invece ci sono dubbi, difficoltà o insoddisfazione, parlarne può aiutare a chiarire se il problema è legato alla terapia, alla relazione con il terapeuta o a un momento di resistenza naturale nel percorso. Interrompere non significa chiudere definitivamente: è sempre possibile riprendere il percorso se ne senti nuovamente il bisogno. L’interruzione è una scelta personale e va rispettata, ma affrontarla con il terapeuta può renderla più consapevole e utile al proprio benessere.

La psicologia è una professione regolamentata che richiede anni di formazione, aggiornamenti continui e un grande investimento personale e professionale. Il pagamento sottolinea il valore e la serietà del lavoro svolto e aiuta a stabilire fin dall’inizio un rapporto di rispetto reciproco. Il costo della seduta aiuta il paziente a percepire il valore del servizio che sta ricevendo. Quando qualcosa è gratuito, c’è il rischio che venga considerato meno significativo. La gratuità potrebbe sfumare il confine tra un rapporto professionale e uno personale. Pagare una seduta aiuta a mantenere chiaro che si tratta di un percorso professionale strutturato, volto al benessere del cliente. Offrire una prima seduta gratuita su larga scala potrebbe non essere sostenibile per il professionista. Il tempo e le risorse dedicate a un cliente sono preziosi e meritano un riconoscimento anche economico. La prima seduta non è semplicemente conoscitiva, ma rappresenta un momento cruciale del percorso terapeutico. Durante questo incontro, lo psicologo ascolta attivamente, analizza il problema e inizia a costruire un progetto terapeutico su misura per il paziente. Si tratta di un lavoro professionale a tutti gli effetti, che merita di essere riconosciuto e valorizzato. La psicologia è una professione, non un hobby. Offrire la prima seduta gratuita potrebbe veicolare, anche inconsciamente, l’idea che la psicologia sia qualcosa di accessorio o non essenziale. Prevenire la dispersione e il "turismo psicologico".

La gratuità della prima seduta può attirare persone poco motivate o indecise, che potrebbero non proseguire il percorso. Questo fenomeno, noto come "turismo psicologico", non solo disperde le energie del professionista, ma previene il rischio di incontri poco motivati.

Il costo della terapia inoltre, copre i costi dello studio, della supervisione e dell’aggiornamento professionale, fondamentali per garantire un servizio di qualità.

La psicoterapia offre uno spazio sicuro e senza giudizio. Mentre un amico può offrire empatia, un terapeuta fornisce un ascolto attivo e professionale, privo di pregiudizi o coinvolgimenti personali, aiutando a esplorare liberamente i vissuti. La terapia è basata su evidenze scientifiche, tecniche mirate e offre un approccio cucito sulla persona. I libri di auto-aiuto possono offrire spunti interessanti, ma non sono tarati sulle specifiche esperienze e necessità. La terapia è un percorso su misura, costruito sulle esigenze e obiettivi del paziente. Sfogarsi può alleggerire il peso emotivo sul momento, ma non sempre aiuta a sciogliere i nodi più profondi. La psicoterapia lavora sulle cause del disagio, offrendo strumenti per affrontarle in modo costruttivo. Nei periodi di crisi, ansia, depressione o difficoltà relazionali, un supporto qualificato può fare la differenza tra il semplice resistere e il ritrovare un equilibrio autentico e duraturo.

La differenza principale tra uno psicologo e uno psicoterapeuta sta nella formazione e nelle competenze specifiche: lo psicologo è un professionista laureato in Psicologia e iscritto all'Albo degli Psicologi. Si occupa di valutazione, diagnosi e supporto psicologico attraverso colloqui e strumenti di analisi, ma non può effettuare interventi terapeutici specifici per i disturbi psicopatologici.

Lo psicoterapeuta è uno psicologo (o un medico) che ha completato una specializzazione in Psicoterapia (della durata di almeno 4 anni) presso una scuola riconosciuta dal Miur. Può trattare disturbi psicologici e psichiatrici con approcci terapeutici specifici.

Tutti gli psicoterapeuti sono psicologi (o medici), ma non tutti gli psicologi sono psicoterapeuti.